mercoledì 25 luglio 2012

Recensionismo semicommerciale di album che mi ero perso

Oggi, siccome sono molto eclettico, ho deciso di recensire nel mio stile inconfondibile (n.d.a) ben quattro album nello stesso post. La causa di tanto zelo è il desiderio di ammorbarvi con gruppi che molti ascoltano (credo) ma sarebbero facilmente rimpiazzabili da gruppi più frughi. Essendo tuttavia lo scenario musicale un panorama così ampio da non poter essere totalmente monopolizzato, freghiamocene della comparazione con altra musica (a meno che io non decida di essere ipocrita e gridare "erano meglio i led zeppelin" o "quando c'erano i queen i treni arrivavano in orario". Soprattutto considerando che i suddetti non mi hanno mai attratto particolarmente).
Gli album in questione sono:
-Dark Adrenaline dei Lacuna Coil
-Living Things dei Linkin Park
-Amaryllis degli Shinedown
-Beneath The Scars dei 12 Stones

Partiamo con ordine, e per la precisione un ordine sbagliato.
Iniziamo con Living Things.
Tutti sapranno che il gruppo iconico del Nu Metal (o almeno, così sono convinti i membri del gruppo e i loro poveri fan cerebrolesi provenienti dalle sfere sociali alte dei media) ha abbandonato le sonorità aggressive originarie di Hybrid Theory e Meteora in favore di musiche più tenere, di quelle da condividere con la ragazza carina che si crede alternativa grazie ad un repertorio che inizia con gli Oasis, passa per Jovanotti e finisce appunto con i Linkin Park. In Minutes to Midnight i Linkin Park avevano mantenuto un sottile legame con le sonorità originali, però totalmente stravolte in favore del nuovo stile del cantante Chester Bennington. Un po' come Jovanotti che da quando ha iniziato a cantare canzoni come A te non ha più fatto un rap degno di Serenata Rap.
Living Things è praticamente la stessa cosa di Minutes to Midnight, intervallato da un periodo di ritorno fallimentare alla sonorità aggressiva di un tempo con l'uso delle musiche nuove e delle tematiche vecchie (ribellione, aggressività, libertà). Tuttavia queste tematiche non si sposavano bene con il nuovo stile più pop dei Linkin Park e questo ha segnato il passaggio a Living Things, un album che ripropone sonorità che mi fanno pensare a Minutes to Midnight anche per il fatto che si alternano canzoni aggressive, come Victimized, e pezzi tranquilli come Roads Untraveled, l'unica canzone che mi sia piaciuta davvero, e tuttavia con un retrogusto di "io queste melodie le ho già sentite prima".
Living Things ci propone un altro tentativo di musicalità sempre più elettronico-melodica e sempre meno nu metal, al punto che mi domando se il NU non stia ormai per nettezza urbana. Ciò significherebbe che i Linkin Park hanno buttato nel cassonetto le loro sonorità originali per riuscire a piacere a molti più fan meno fedeli, ossia le pecore che seguono i variegati pastori della musica commerciale. E a giudicare dall'affetto che un tempo i bimbi avevano per i Linkin Park, quando caricavano AMV su Youtube col solo scopo di far vedere che i Linkin Park erano fighi e, cacchio, erano fighi anche loro che caricavano quei video.
Ora è difficile, con queste sonorità, vedere torme di adolescenti attirati dalla musica dei Linkin Park per più di due mesi.
Lasciando un fiorellino sul tumulo della sonorità nu metal dei LP, passiamo ad Amaryllis degli Shinedown.
Devo dire che spesso e volentieri confondo gli Shinedown con i Seether, forse perché li ho messi vicini nelle playlist del mio iPod. Ma alla fine ricordo che mentre i Seether sono più cupi, quasi oscuri nell'uso dell'alternative rock che piace a me, gli Shinedown incarnano una furia più aggressiva, diciamo più di colore rosso che di colore nero (i giocatori di Magic come quei furboni di Bjorko Dio capiranno).
Tuttavia, in questo album, più che confondermi con i Seether, mi sono confuso con i Saliva. Ho pensato: "Ma  siamo sicuri che l'abbiano fatto gli Shinedown? Questo stile mi ricorda molto Josey Scott, e so che Scott ha lasciato da poco i Saliva per fare Christian Rock."
Alla fine mi ero semplicemente sbagliato, quindi facciamo finta di niente e procediamo con Amaryllis.
Questo album passa a blocchi diretti da un tipo di canzone all'altra, usando pezzi teneri e nostalgici come l'omonima Amaryllis, e pezzi davvero cattivi, come Enemies e My Name (Wearing Me Down). Amaryllis mi ha lasciato molto perplesso, perché nel complesso poche canzoni mi sono rimaste in testa in modo prolungato, ma l'ultima citata era davvero bella, un diario di torturata oscurità di un nome foriero di sventure.
Dopo questo altalenante album degli Shinedown passiamo a qualcuno che mi ha sempre dato l'impressione di essere inconsistente sia a livello musicale, sia a livello di presenza fisica nella musica.
I 12 Stones sono sempre stati una presenza marginale sul mio iPod, tanto che solo ogni tanto, incappando negli estremi della lista di playlist, mi ricordavo che esistevano. E così mi ricordavo che c'erano canzoni abbastanza orecchiabili, anche se da ricercare in mezzo a quella che non ho timore di chiamare spazzatura. Davvero, oltre a pezzi di rara apprezzabilità, i 12 Stones producevano molte canzoni che mi lasciavano amnesico, perché mi domandavo se avevo realmente ascoltato qualcosa o se mi ero perso. Un'unica eccezione era stata Anthem for The Underdog, che conteneva davvero molti pezzi buoni tutti insieme.
Per contro, Beneath The Scars contiene il più alto tasso di spazzatura firmata 12 Stones.
Questo è tutto quello che desidero dire di Beneath The Scars. Non si può dire altrimenti, se dopo averlo ascoltato tutto l'album non ricordavo la benché minima melodia.
Terminiamo quindi con Dark Adrenaline.
I Lacuna Coil erano sempre stati uno di quei gruppi che avevo considerato in modo ambiguo (ogni riferimento a Cristina Scabbia è totalmente non intenzionale). Il loro sound era molto vario, a riprova dell'atteggiamento di classificazione metal che veniva loro affibbiato. In effetti mi ritrovo spesso a pensare a canzoni come Within Me e a dire "come fai a chiamare questa roba metal?"
Il fatto di essere musicalmente incerti come i Linkin Park era un carattere che si ripercuoteva nella loro vicinanza nelle playlist. La discrepanza fra i due era invece il fatto che dove i Linkin Park avevano un approccio al metal ibrido come il loro primo album, i Lacuna Coil erano stati più classici nell'uso del metal, pur non rimanendo troppo nella categoria. Ogni tanto ne uscivano per fare una passeggiata per altre vie, evitando però con attenzione la strada commerciale, conosciuta per i suoi bordelli e per i suoi cattivi affari.
Resta però la certezza che il metal ha avuto una grande influenza su di loro e si vede.
Ora stanno finalmente maturando. All'uscita di Dark Adrenaline hanno annunciato che sarebbe stato un sunto di tutti i loro precedenti lavori, e per una volta, a differenza dei commenti fatti dalle band all'uscita degli album ("stiamo sperimentando" "questo è un periodo di transizione" e la più grande palla: "questo sarà il miglior album de *band a caso* dall'inizio della nostra carriera") il loro commento mi è parso un commento più che ragionato. Ho rivisto molti pezzi dei Lacuna Coil precedenti Shallow Life, e non solo una pedissequa continuazione dell'album precedente.
Senza contare la cover di Losing My Religion, che però non è eclatante.
E in fondo ci siamo rotti le palle delle cover dei R.E.M, visto che abbiamo Ligabue che ne ha fatto un lavoro stabile fino ad oggi.
Ma come continuerà ora che i R.E.M. si sono sciolti?
Ah, già, dimenticavo quell'arte del riproporre se stessi per soldi. Ora vi insegno come fare, questo si può eseguire sempre e comunque, basta aver fatto almeno due studio album prima.
1) Componete una sola canzone nuova, possibilmente con un titolo figo, e tenetela in serbo.
2) Prendete una dozzina di pezzi già incisi in album precedenti
3) Incidete un nuovo album inserendo la canzone nuova e le canzoni vecchie in un unico disco.
4) Apponete il nome della band/cantautore sul disco, seguito dalle parole "Greatest Hits".
5) Mettete in vendita.
6) ???
7) Profit!

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