mercoledì 16 novembre 2011

Felicitas felicitatem invocat.

Se avete letto Duma Key di Stephen King, avrete riconosciuto la citazione. Fatto sta che, come avrete notato, son felice. Dilaniato dalla sofferenza della lontananza della mia ragazza, ma felice. Oggi volevo parlare ancora una volta di Necron, ma anche di scuola, di ipocrisie e di Terry Pratchett, oltre che di altri temi, se ce ne sarà spazio. Temo di no, tuttavia. Preveggenza.
Iniziamo con uno degli ultimi spazi di recensione del nuovo codex Necron, che si apre con l'analisi di due unità d'èlite particolarmente paurose: le Necroguardie e i Pretoriani del Triarcato. Entrambe le unità sono qualitativamente equiparabili agli stessi Necron Lord e Overlord, con la carenza di qualche attacco e di ferite aggiuntive. Infatti, pur essendo dotati di Forza e Resistenza 5, di Tiri Salvezza 3+ e costando 40 punti per modello, hanno solo una ferita e un attacco. Le Necroguardie, in realtà, ne hanno due, ma solo perchè sono esclusivamente da corpo a corpo. In realtà, anche i Pretoriani lo sono, sebbene siano anche Fanteria Volante e abbiano armi a breve-media gittata, sempre finalizzata ad atterrare sui nemici dopo la fase di Tiro per somministrare la proverbiale gragnuola di mazzate. Le Necroguardie hanno un approccio più flemmatico, ma ugualmente violento, visto che scelgono di mietere allegramente fanteria e veicoli con le falci da guerra o solo la fanteria con le spade potenziate (o iperfasiche, come le chiamano i Necron). Perchè mai, vi chiederete, un'unità che potrebbe attaccare a Forza 7 e penetrare i veicoli come una Creatura Mostruosa, sceglie di abbandonare tali privilegi?
La scelta va ricercata nell'altra mano, quella che non brandisce la spada iperfasica. Ed ecco che spuntano gli scudi a dispersione, enormi lastre laser che oltre a conferire un comodissimo Tiro Invulnerabilità 4+, deflettono un attacco da tiro che non è andato a segno contro un nemico qualsiasi. Ed ecco che improvvisamente i fucili termici si pentono di aver mirato l'unità.
Ora, passiamo ai Pretoriani. Non abbiamo Tiri Invulnerabilità, diranno orgogliosi, perchè in compenso voliamo e abbiamo un bastone di energia che ha una gittata misera ma una potenza incommensurabile. E se non bastasse, gli allegri Pretoriani possono scambiare quest'arma rappresentativa con una lama del vuoto e una pistola fotonica. La prima non sarà potenziata, ma è comunque Dilaniante e ha Colpo Entropico (per ulteriori dettagli su questa regola uber-powered non avete che da leggere i post precedenti). La seconda, come se non bastasse neppure la prima, è una pistola a forza 6 e VP 5. E ha persino una gittata raddoppiata rispetto al Bastone dell'Alleanza, l'arma rappresentativa di poco prima, che vanta sì forza 5 e VP 2, ma ad una distanza di soli sei pollici, praticamente un'inezia per preannunciare gli assalti. Insomma, con questa pratica scelta di pistola e lama, i Pretoriani guadagnano un attacco, divengono competitivi contro veicoli e fanteria allo stesso modo, e diventano una delle più forti (seppur costose) scelte èlite di Fanteria Volante.
Ma basta con questi cadaveri cibernetici. Passiamo ad una disquisizione sulla scuola.
Domani si terrà una manifestazione studentesca con la quale gli studenti della mia città, riunendosi in piazza, faranno sentire la loro voce contro le ingiustizie che ancora vigono nel panorama dell'istruzione italiana. In occasione di questo, ho avuto modo di analizzare la posizione, se non della media delle classi delle superiori, quanto meno quella della mia classe. Ho notato un crescente senso di ipocrisia e di opportunismo, un sordido attaccamento all'utile immediato del voto, del compito, della valutazione. Non fraintendetemi: io stesso sento questo attaccamento; e non fraintendetemi neppure in questo: si tratta di un attaccamento pragmatista, checchè ne dicano professori ed altri alunni. Nell'attuale sistema scolastico, si impara per essere giudicati, si impara per essere selezionati, e spesso e volentieri non si impara neanche quello che si voleva veramente, ma solo piccoli frammenti nozionistici da sfoggiare sul registro, un programma fatto per inscatolare la conoscenza nella burocrazia. Per questo la gente studia in ansia, nel terrore dell'interrogazione, del compito. Il modo di porsi degli insegnanti, per quanto aperto, per quanto accogliente, sarà sempre destinato a scontrarsi con l'innata ipocrisia del dover consegnare il foglio del compito, di dover vergare con mano giudiziosa il voto che condanna o che eleva. Questa, cari miei, è ipocrisia. Non condanno i professori per questa ipocrisia, è intrinseca nel loro lavoro: più che altro, l'ipocrisia degli studenti che vanno a ripararsi dietro le manifestazioni studentesche per evitare i compiti. Non li odio, ma vanno dette certe cose. E con questo chiudo la questione della scuola e dell'ipocrisia. Ho già detto abbastanza.
Passiamo infine alla letteratura. La mia ragazza (che, essendo la mia ragazza, non poteva essere altro che geniale) mi ha consigliato di leggere la saga dei Maghi di Terry Pratchett.
Da dove partire? Direi che sensazionale è un termine adatto per un inizio. Il personaggio di Scuotivento esemplifica un anti-eroe pigro e fantasticamente dipinto per quello che veramente sono i pigri, gli ultimi, i mediocri con un ruolo da protagonista: non crescono, non maturano, non migliorano: sopravvivono.
Anche gli altri personaggi sono particolarmente ben delineati: la Morte è un sarcastico e solenne aspetto del tristo mietitore che trasuda umorismo non voluto. Hrun il Barbaro mi sorprende per l'assonanza che mostra in alcuni punti a Conan (ovvio) ed Elric (più sottile). La conoscenza stessa di Pratchett è impressionante, visto che cita, gioca con le citazioni e sbugiarda i miti più segreti o più conosciuti dei nostri secoli, riproponendoci i mostri lovecraftiani, gli dei falsi e bugiardi, il Campione Eterno e la sua Spada Nera, le cosmologie assurde nate sulla base di immaginifiche teorie dello spazio e del tempo. Il tutto, condito con una conoscenza ben più terrena, ben più moderna, che cozza senza infrangersi con questo universo fantastico, ma vi si fonde come plastilina con gomma pane. Un miscuglio non molto apprezzabile. Fortunatamente, l'umorismo pungente di Pratchett rende gustoso anche un caotico miscuglio del genere e ne ridistribuisce le parti in modo organico. Dopo poche righe ci si rende conto che il Mondo Disco ha abbastanza senso da poter rivaleggiare con altri fantastici universi di umorismo, causticità e follia sobria.
Da comprare e da leggere, direi se venissi pagato per pubblicizzarlo. Ma siccome ciò non avviene, vi consiglio di trovare una ragazza bella, nerd e simpatica, di innamorarvene come ho fatto io, e di prenderli in prestito da lei. Siate ovviamente educati, prestatele qualcosa a vostra volta.

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