sabato 9 giugno 2012

Il sole che uccide la luna

Anche se la gag è un po' tirata, spero che apprezziate la mia decisione di recensire in massa i Sun Kil Moon.
Ascoltando la loro musica posso dire di sentirmi senza dubbio meglio, molto meglio.
Perché meglio? Certamente la situazione alla fine dell'ultimo anno di liceo può apparire paradisiaca (e per me lo sarebbe), ma dovete tener conto che sono empatico. Sentire l'ansia di fondo dei miei compagni in vista degli esami, dell'università, del lavoro, dell'autosufficienza dopo diciotto anni di vita agiata, è per me uno scherzo anche se i suddetti compagni cercano uno scarso rifugio nel divertimento.
Non si può dire che io non abbia fatto lo stesso. Ma credo di aver raggiunto uno stato di grazia in cui fluttuare, indisturbato dal caos delle nostre vite umane.
Le canzoni dei Sun Kil Moon aiutano molto. La tristezza, la malinconia e la pacatezza sono quasi paradisiache.
Vedo strade dell'America, dell'Europa continentale e del mondo intero calcate dai pneumatici usurati di una vecchia macchina scalcinata, ma non c'è fretta di arrivare da nessuna parte. Si procede a 40, 50, 60, anche 70 chilometri orari. Ma non c'è fretta neppure nel pigiare l'accelleratore.
Quando ci si ferma, siamo sotto alberi di luce grigia, lungo viali di ciottoli e teschi. Ma non temete, i teschi sono morti e i morti sono in pace. Proseguiamo lungo le nebbie che ricordano i sogni e nel subconscio della nostra memoria risuona un'infanzia adulta vissuta con occhi imparziali ma nostalgici.
Le note dipingono i contorni di paesaggi già visti in vite passate, mentre la voce li ombreggia in toni di grigio, blu, oro velato e verde soffuso. La luminosità non si addice alla malinconia del momento di ascolto.
Ogni tanto si riparte, poi ci si ferma ancora, e di nuovo. E di nuovo. Non c'è inizio, non c'è fine. Solo un'eterno ritorno nietzschiano. Nessuna dimensione cosmica, però. Ci eravamo già dentro, ma avevamo gli occhi aperti e non riuscivamo a vederla. Chiudendo gli occhi non vediamo nulla lo stesso, anzi, forse era meglio prima.
Poi guardiamo dentro e fuori contemporaneamente e vediamo il cosmo, ma appartiene ad una nostalgia evanescente.
Certe cose, fra quelle che ho scritto, sono puramente ispirate all'ascolto stesso dei Sun Kil Moon. Altre sono estrapolazioni della mia mente di singoli millisecondi di una singola nota.
Non una parola di quello che ho detto può ritenersi vera al di fuori delle orecchie della mia anima.

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