mercoledì 8 maggio 2013

Il ritorno. Meno trionfante di quanto (non) ve l'aspettavate.

Sono stato molto occupato.
A fare cose inutili, prevalentemente.
Però, di tutto l'ambaradam che c'era in questo periodo avrei potuto fare qualche vignetta di Fumetti Foffi, direte voi. E purtroppo no.
Non solo sono molto stanco, ma il mio fido scanner non funge. Ma proprio per niente. Cioè, il sistema lo riconosce quando inserisco il cavo. Ma nulla, non funziona. Ho anche re-installato i driver e tutto.
In più il pc non aiuta, perché quando è mezzo scarico è più lento di Kentaro Miura a disegnare un capitolo di Berserk, e a differenza di questo, il risultato non è comunque bello.
Aggiungiamo carne al fuoco: il tasto delete saltella via ogni due colpi che gli do. Quindi, ogni volta che scrivo e mi correggo, è una sofferenza, devo riacchiappare il tasto e ripremerlo nel suo spazio, sperando di non premere troppo forte e troppo a lungo e di non cancellare quello che stavo scrivendo prima dell'errore.
Ho saltato il mio compleanno (no, non nel senso che ho ancora diciannove anni, ma nel senso che non ho postato nulla di epico, ho fatto un'uscita molto sobria e tranquilla con qualche amico e mi sono divertito ad offrire un giro di birra). Ho saltato diverse occasioni importanti, come fare battute sulla morte di Andreotti (chi non ne ha fatte?) e non ho parlato del fatto che gli esami sono prossimi. Tutti insieme. Che giuoia.
Non ho parlato di Giulia Pauline (ricordate quella bionda che compare sì e no nei Fumetti Foffi?) e del fumetto che ho fatto per cheer her up quando le è andato male un compito di russo, o del lavoro (forse pagato) che (sempre forse) si profilava per il suo simpatico e giuoioso gruppo teatrale, intento a realizzare A Midsummer's Night's Dream.
Non ho parlato del fumetto che sto realizzando, che inchiostro per farli colorare a Rob e di cui ancora devo fare una scaletta dei dialoghi per passarli al fido Simokku per il lettering. Le idee per le storie vengono comunque fuori.
Non ho parlato delle foto riemerse dal passato, un passato di quarto ginnasio, dove, ho scoperto, ero Jim Carrey in Scemo e Più Scemo. Non ricordavo di essere così, davvero. In realtà, io non so che faccia ho ora. Me la immagino, per lo più. La disegno per ricordarmi che faccia ho in teoria.
Non ho parlato neppure dell'arrivo dei miei genitori a Trieste per una visita di cortesia e di pulizia, o dei sei chili di pasta che mi hanno portato e che non finirò mai. Stesso dicasi per tutte le bottiglie di pomodoro che non finirò mai, perché il loro uso è strettamente legato alla pasta di cui sopra. L'olio, invece, potrebbe finire rapidamente. Sono un amante dell'olio.
E non ho manco parlato di tutti gli interessi, nati, cresciuti, sviluppatisi, abortiti, morti o resuscitati nel corso del mese. Non ho detto nulla dei due di picche che non esistono ancora ma che aspettano che mi interessi davvero qualcuno per saltar fuori, non ho detto nulla degli affetti coccolosi che fungono da mia droga personale quando la mia sobrietà consiste in noiosi pomeriggi di atona apatia spesi a divertirmi con giuochini al computer.
Non ho neppure detto della mia nuova passione televisiva: Community. Che show. Bellissimo. Non so da dove iniziare a parlarne.
Vi dirò che per me è bello quasi quanto Scrubs. Forse di più, nella mia mente, e che si fotta chi comparirà a dire "no dai Community è una merda non puoi dire che è meglio di Scrubs" anonimamente perché so benissimo a chi potrebbe uscire di bocca una cosa del genere. Non posso biasimarli se non gli piace, ma loro non potranno biasimare me se dico loro che Community mi piace tantissimo, persino di più di Scrubs (che è comunque fighissimo) e che si fottessero se non riescono ad accettare che i miei gusti differiscano. Possono anche ricordarsi che Pariah è un blog dove scrivo quello che piace a me e basta.
Il che è anche il motivo per cui non ha molta visibilità, perché ho gusti relativamente di merda per l'uomo comune (e anche quello non-comune ogni tanto è perplesso) e pertanto non offro spunti di discussione, non offro altro che il mio punto di vista. E basta.
Insomma, non ho parlato di nulla qui. E sì che scrivere un paio di stronzate su facebook è facile.
Lì il mi piace si vende al chilo.
Dai, anche oggi niente. Sperate in qualcosa di positivo, che ne so. Il mio compleanno è passato da pochissimo, un regalo mi farebbe comodo. Qualcosa come una botta di gioia (l'autostima ce l'ho già, ma senza l'apprezzamento altrui serve a poco), un overcoat o un trenchcoat lungo nero come quelli che disegno addosso a me stesso. Oppure uno scanner nuovo, o un pc nuovo. Oppure un modo convincente per motivarmi a studiare con più continuità (quale continuità? ahahah che scherzoni che fai Melfo). O magari tutto insieme, se non siete tirchi e avete i mezzi.
Boh, io stasera sto satollo. Ciao gente, gioite, perché Natale è passato da cinque giorni e voi (forse) non lo sapevate.
Stupido Natale.

Nessun commento:

Posta un commento